Pescara, 16 maggio 2020 – Nei vari centri della Fondazione Paolo VI da lunedì 18 maggio ripartiranno i servizi riabilitativi. Le attività riprenderanno con gradualità, iniziando dalle esigenze più acute per poi proseguire, nel tempo, con tutti i trattamenti. La scelta della gradualità è dettata dalla necessità di offrire prestazioni in totale sicurezza, in un contesto emergenziale non ancora terminato.
Ma in questi mesi, la Fondazione non è stata a guardare, offrendo consulenze da remoto e curando un seguitissimo blog con approfondimenti, suggerimenti e tante altre informazioni. E, da qualche settimana, ha attivato anche il prezioso servizio di teleriabilitazione, in risposta a quanto richiesto dall’ordinanza 33 del Presidente della Regione Abruzzo: si tratta di interventi forniti tramite un’apposita piattaforma online, che permette ad utenti e personale della Fondazione di entrare in contatto e riprendere in maniera più stabile il percorso di cura. Forte della sua esperienza sul campo, la Fondazione è partita da pazienti con il disturbo dello spettro autistico, per implementare in seguito il servizio ad altre problematiche. Spiega Paola De Palma, psicologa e coordinatrice Progetto Autismo della Fondazione Paolo VI: “L’attività consiste in sedute da remoto che vedono alternarsi le varie figure. Siamo partiti dalla nostra esperienza, portando avanti un forte e proficuo lavoro di équipe, e abbiamo determinato i vari criteri di intervento per un servizio realmente efficace: dal primo colloquio a quelli successivi fino ad una sorta di cartella clinica online, che aggiorniamo in un’apposita area della piattaforma. Devo dire – prosegue – che il servizio sta andando molto bene, oserei dire oltre ogni più rosea aspettativa in quanto stiamo ottenendo una buona risposta dagli utenti. Sicuramente nei bambini più piccoli, il ruolo dei genitori si sta rivelando indispensabile, mentre i ragazzi più grandi stanno rispondendo in autonomia. Si tratta di un’esperienza interessante, che ci sta fornendo conoscenze e metodologie che sicuramente torneranno utili in futuro per l’implementazione di altre attività”.
Nel dettaglio, sono già cento le persone con autismo che stanno utilizzando il servizio, circa la metà di quelle che normalmente afferiscono alla Fondazione Paolo VI. Gli operatori coinvolti nel servizio di telemedicina sono quattro psicologi, una neuropsichiatra infantile, tre coordinatori, due amministrativi, e una trentina di terapisti. Aggiunge Flaviana Bianco, neuropsichiatra infantile: “L’attività di teleriabilitazione sta presentando un indubbio vantaggio: ci permette di entrare virtualmente nelle case dei pazienti, facendoci parlare di più con le famiglie, e dandoci la possibilità di supportarle da vicino. Così, abbiamo scoperto che proprio le famiglie hanno delle risorse interne superiori a quelle che immaginavamo, e questo va a tutto vantaggio del benessere della persona autistica. È del tutto evidente che la tecnologia è un’alleata delle nostre attività, ragion per cui questo periodo si è dimostrato utile a nuove conoscenze. Scoprirci ancora di più squadra con i tanti operatori coinvolti – conclude – è poi stato un elemento di sicuro valore aggiunto in questa fase”.
Commenta monsignor Tommaso Valentinetti, presidente della Fondazione Paolo VI: “La grande famiglia della nostra Fondazione non ha mai smesso di far sentire la sua vicinanza ai pazienti e alle loro famiglie. Siamo contenti dunque di poter ripartire, seppur con gradualità. E siamo ancora più soddisfatti per un servizio come la teleriabilitazione, che tanto successo sta riscuotendo: è testimonianza di una passione per le persone che a noi si affidano, che sboccia in innovazione e capacità di rispondere ai bisogni. Ancora una volta – conclude – il mio grazie va a quanti, in questa difficile situazione, si sono prodigati per non lasciare nessuno indietro”.