Il titolo di questo spettacolo, che i ragazzi e gli operatori del centro Paolo VI porteranno in scena venerdì 26 luglio presso il Teatro Sant’Andrea di Pescara, suscita sicuramente grande curiosità per questo suggerito rapporto tra una candida speranzosa coscienza e la bianca luce della Luna.
Abbiamo perciò chiesto alla Dott.ssa Annarita Nardone, autrice dell’opera, di guidarci, con le sue stesse parole, tra le righe e i momenti della rappresentazione che sarà sicuramente per noi momento di riflessione e crescita.
“Il Ragazzo e la Luna” è una storia ideata da me pensando ad un ragazzo autistico che ha gravi problematiche comportamentali e seguo con i miei colleghi presso il Centro Paolo VI di Pescara.
Ho cercato di esprimere la grande sofferenza interiore e la capacità di vivere attimi sereni guardando la luna, percepita come l’amico che riesce a leggere nel suo cuore…e ad aiutarlo.
Il mio intento è quello di far trasparire attraverso l’inquietudine, l’ansia, il dolore di M., le sensazioni di tanti altri ragazzi che vivono la sua condizione.. È importante non fermarsi solo all’apparenza, ma cercare di entrare un pò alla volta nell’interiorità di queste persone che sono davvero SPECIALI.
La storia si “anima”, si trasforma, diventa spettacolo, una ” sinfonia” di suoni e parole, una delicata magia che si esplicita attraverso vari linguaggi.
La rappresentazione è composta da tre parti legate a uno stesso denominatore: l’amore.
Il primo saggio teatrale vede come protagonisti persone autistiche e operatori (educatori e un fisioterapista) in un lavoro continuo e difficile, ma la tenacia, la costanza e la forte convinzione di tutti noi , unite alla semplicità, bravura, capacità di adattamento ed impegno da parte dei nostri ragazzi, hanno permesso di poter operare su un progetto a dir poco incredibile.
La performance, ricca di simboli: il camminare in modo disordinato, l’allontanamento fisico, il tenere una benda davanti agli occhi, hanno significati importanti (riproducono il caos interiore, la disperazione, ma anche il non riuscire a “vedere” chi si ha difronte). Lo stare insieme però spinge alla riflessione, al desiderio di comprendere la realtà dell’altro, di aiutarlo a manifestare le proprie emozioni attraverso le carezze, il contatto fisico, il muoversi insieme.
La Luna simboleggia infine tutti coloro che occupano un posto fondamentale nella vita dei nostri ragazzi e li aiutano a superare gli ostacoli di una realtà che per loro non è così facile da accettare, interpretare, comprendere. L’obbiettivo importante che ci siamo prefissi è stato quello di creare un ulteriore ponte tra noi e loro al fine di camminare insieme rispettando ogni ragazzo con tempi, emozioni, esigenze differenti.
Il secondo saggio “vibra” con un coro Gospel rivolto al Signore e un’improvvisazione vocale/strumentale entrambi molto intensi e suggestivi, realizzati da un’operatrice e cinque ragazzi con disabilità cognitiva.
Il terzo saggio è una bellissima realizzazione teatrale in cui l’amore, inizialmente deriso e non considerato, si trasforma in un sentimento vero “che ci accompagna e guida nel percorso della nostra esistenza e vince sempre “.
Spero che la partecipazione del pubblico sia intensa perché, anche se qualcosa può risultare non perfetta, vale la pena guardare i nostri ragazzi e gioire insieme nonostante le fatiche e difficoltà, tenendo presente che in ognuno di loro sono nascosti dei talenti, i talenti dell’anima.
Dott.ssa Annamaria Nardone
Non vogliamo aggiungere altro alle bellissime e profonde parole della Dott.ssa Nardone, che hanno sicuramente risposto ad ogni nostra curiosità interiore. Un ultimo interrogativo si pone però alla nostra mente: “Come possiamo fare divenire un raggio di luna sempre più risplendente per i nostri ragazzi?”.
Michele Ciani