Un team multidisciplinare di neurologi-neuroriabilitatori, fisiatri, fisioterapisti, psicologi e assistenti sociali per realizzare una presa in carico a 360 gradi del malato di Parkinson e Parkinsonismi.
È questo l’aspetto innovativo del progetto Mirt (Multidisciplinar Intensive Rehabilitation Treatment), che punta sul miglioramento della qualità di vita del paziente, attuato con successo dalla Fondazione Paolo VI di Pescara che rappresenta il punto di riferimento per il Centrosud Italia del Mirt Park project. È questa una rete di dieci centri in Italia, i cui specialisti si sono riuniti ieri – sabato 1 giugno 2024 – nella sala convegni del Centro Adriatico di Pescara – in Lungomare Giovanni XXIII 55 – dando vita al 2° Congresso nazionale Mirt dal tema “La cura multidisciplinare per i pazienti con malattia di Parkinson”: «La malattia di Parkinson – spiega il dottor Giuseppe Frazzitta, neurologo, neuroriabilitatore, nonché ideatore e presidente del Mirt Park Project – è una malattia che non riduce l’aspettativa di vita. Così l’obiettivo che questo progetto si propone è quello di permettere al paziente di avere un’ottima qualità di vita. Purtroppo un trattamento tradizionale, solo farmacologico, determina lo sviluppo di effetti collaterali importanti provocando un peggioramento drammatico della qualità di vita, oltre che una riduzione dell’aspettativa di vita. Questo va assolutamente evitato, attraverso una presa in carico multidisciplinare da parte di diversi specialisti, in modo tale che il paziente possa iniziare da subito un po’ di attività motoria, abbia uno psicologo di supporto per quanto riguarda l’accettazione della malattia e, soprattutto, si possano usare i dosaggi più bassi possibili di farmaci per evitare lo sviluppo degli effetti collaterali».
Un progetto, il Mirt Park Project, che vanta una storia orma trentennale contando più di 80 pubblicazioni scientifiche e 4 mila citazioni da parte sui maggiori sulle maggiori riviste internazionali. Un progetto del quale la Fondazione Paolo VI è un partner prestigioso: «Una struttura di eccellenza internazionale – sottolinea il dottor Frazzitta -, dal punto di vista della qualità degli operatori e dalla possibilità di opportunità che vengono date per la cura di diverse problematiche di tipo riabilitativo». Il noto centro di riabilitazione pescarese ha intrapreso con grande impegno le attività di questo nuovo approccio curativo della malattia di Parkinson: «Siamo partiti con grande entusiasmo – testimonia la dottoressa Carla Iarlori, neurologa e neuroriabilitatrice del Centro Mirt presso la Fondazione Paolo VI – che, al di là degli operatori, abbiamo riscontrato anche negli utenti i quali sono stati posti al centro di questo percorso terapeutico. Ad esempio abbiamo attivato un “day hospital Mirt” con i pazienti, provenienti da diverse regioni italiani, che si sottopongono dapprima ad una valutazione neurologica in base al quale viene stilato un protocollo riabilitativo che il paziente svolge a casa, mediante video-lezioni, dandoci poi feedback sul suo andamento. E poi abbiamo organizzato degli incontri di parent-training, dedicati ai pazienti e ai loro caregiver, per confrontarci e prendere in carico tutto quelle che sono le difficoltà e le soluzioni alle problematiche che il Parkinson comporta».
Dunque, il Mirt Park project si fonda su di un lavoro di squadra che ha potenziato in modo sostanziale i risultati ottenuti dagli specialisti della Fondazione Paolo VI: «Il lavoro d’equipe – conferma la dottoressa Elisa Di Tillio, direttrice generale del centro di riabilitazione pescarese – è la strategia vincente da attuare in pazienti problematici, come quelli affetti da malattia di Parkinson, per raggiungere obiettivi fondamentali come il miglioramento della qualità di vita del paziente». Non è mancato anche l’apprezzamento dell’arcivescovo di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti: «Sono molto contento – afferma il presule -, perché questa Fondazione trae la sua ispirazione dal motto latino “mens sana in corpore sano”. Cioè un un’anima tranquilla, serena, pacificata e una possibilità di raziocinio che possa essere adeguata ad affrontare la realtà della vita, si può ottenere solo se c’è un corpo che in qualche modo reagisce e reagisce bene. Le varie cure che si fanno in questo centro sono particolarmente adatte a questo tipo di risposta e il protocollo Mirt, ideato dal dottor Frazzitta, rafforza il raggiungimento di questo obiettivo».